Cenni storici
Dalla esigenza dei naviganti di poter comunicare in modo relativamente semplice e immediato con altre imbarcazioni anche di lingua diversa, è nata la necessità di elaborare un sistema di segnalazioni accettato e riconosciuto dalla marineria internazionale. Tale necessità si rilevò fin dall'inizio del 1800, quando, con la diffusione della navigazione a vapore, il traffico marittimo subì un notevole incremento.
Nel 1826 fu elaborato un Codice dei segnali e delle evoluzioni del Regno delle due Sicilie perfezionato ed ampliato nel 1853. Lo stesso avveniva in modo autonomo nelle altre Marine europee per scopi militari.Nel 857 venne pubblicato il primo Codice internazionale dei segnali, che constava di 70.000 segnali e 18 bandiere ed era costituito da una parte dedicata ai segnali internazionali ed una a quelli esclusivamente britannici.
La pubblicazione di questo codice fu curata da un apposito comitato, istituito dal «Board of trade» inglese, lo stesso organo ministeriale che provvide trent'anni dopo a creare un altro comitato, che si incaricasse di revisionare il Codice, la cui riedizione apparve nel 1897.
Nel 1927 alla conferenza radiotelegrafica internazionale di Washington si decise di apportare alcune modifiche al Codice e vi lavorò per qualche anno un comitato internazionale, finchè nel 1934 entrò in vigore il nuovo Codice, pubblicato in sette lingue (Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco, Norvegese e Giapponese), che era diviso in 2 volumi: uno dedicato ai segnali ottici ed acustici, l'altro ai segnali radio.
Tuttavia la necessità di rendere più sicura la navigazione e più complesso il sistema di comunicazione marittimo, fece sì che durante la Conferenza internazionale delle telecomunicazioni tenuta a Madrid nel 1932 venisse creato un Comitato permanente, che curasse l'aggiornamento o le modifiche del codice, quando se ne venisse a creare la necessità.
Tale incarico passò poi alla Organizzazione consultiva marittima internazionale (I. M. C. O.), che iniziò i lavori di revisione a Londra nel 1960 e che, appoggiata da varie organizzazioni internazionali, li portò a termine nel 1964.
Il nuovo Codice, pubblicato in Italia in base al D.M. 31/8/1968, è entrato in vigore il 1° aprile 1969: esso corrisponde a delle esigenze fondamentali, quali il principio che ogni segnale ha un significato completo, il fatto che la trasmissione può essere effettuata con tutti i mezzi di comunicazione disponibili, eliminando così l'inconveniente di avere un codice radiotelefonico e un volume per la radiotelegrafia; nonchè l'eliminazione della parte geografica, non più ritenuta essenziale.